- Nemo - |
|
| | Ok, ok, allora un pre-prologo:
Il Nano scese gli ultimi gradini dell'ingresso alla Biblioteca della Rocca e sbuffò alla vista del custode appisolato su una sedia, il cui mento era un tutt'uno con il petto mentre russava nel silenzio della notte. Resistendo al desiderio di incendiargli la barba con la torcia, il Nano si avvicinò all'orecchio di quello: "ALLORA, GIOVANE! SONO LE DUE DEL MATTINO E TUTTO VA BENE!". Il povero custode cadde dalla sedia e cacciò un urlo, ma quando poi riconobbe chi l'aveva svegliato il suo spavento divenne sgomento. "Perdonatemi mio signore, non stavo dormendo: riflettevo su... su... Non punitemi, vi prego," farfugliò quello, "non di nuovo". "Ah, Ughrud, sei fortunato a vivere in quest'epoca: ai miei tempi lo Scemo della Rocca finiva a menare pirite col piccone prima della maggiore età. Ora lo mettono a fare il cane da guardia in un tempio della conoscenza." Il povero Ughrud fece del suo meglio per contenere l'umiliazione, la sua barba era ancora corta da quando l'altro gliel'aveva accesa perché stava "riflettendo" sul posto di lavoro. O era perché per diletto aveva cercato di avvelenare i figlioli del fabbro? Ughrud in quel momento non riusciva a ricordare quale fosse delle due... "Dunque," proseguì il Nano scuotendolo dall'incertezza, "hai trovato quello che cercavo?" "Sì, mio signore, seguitemi." I due percorsero tutta la silenziosa Grande Sala della Biblioteca fino all'ultimo scrittoio, sul quale giaceva un pesante tomo dall'aspetto antico. "Ah, la prima edizione di Storia della Birra nei Regni dei Nani. Grazie mille, Ughrud, puoi tornare ad essere inutile come al solito". Ughrud trotterellò via per tornare a nascondersi nella sua guardiola.
Passarono almeno un paio d'ore quando Ughrud venne risvegliato dal suono dei pesanti stivali del Nano diretti verso la sua direzione e si preparò a un'altra filippica sui bei tempi andati e sui giovani d'oggi che sono buoni solo per pulire lo sterco di Goblin dagli stivali dei Grandi Antenati. Rimase quindi sorpreso quando quello gli sfrecciò davanti trafelato ignorandolo del tutto. Sorpreso quindi, ma per una volta anche sollevato, Ughrud andò verso il fondo della Grande Sala per riporre il libro che il Nano aveva consultato. Ughrud non poté fare a meno di notare che il tomo fosse ancora aperto sul capitolo "L'Orzoroccia della Montagna Infuocata" e diede una scorsa alle sue pagine.
Era quasi l'alba quando allo Scemo della Rocca venne in mente un'idea per farla pagare al vecchio Nano... |
|
| |